Parallelamente agli accertamenti giuridici (o basandosi su di essi), nella maggior parte dei casi conviene – nel limite del possibile – cercare il dialogo con le persone e i servizi coinvolti.
In caso di discriminazione razziale a scuola bisogna informarne immediatamente la direzione. Per intentare con successo un’azione legale contro una valutazione discriminatoria delle prestazioni scolastiche bisogna poter produrre le prove e/o avere dei testimoni.
Questo può però rivelarsi difficile dato che le persone cui compete la valutazione (docenti, membri delle commissioni scolastiche) dispongono di un ampio margine di apprezzamento.
Raccomandazione generale: è consigliabile raccogliere sin dall’inizio il maggior numero possibile di prove (p. es. corrispondenza, appunti di colloqui e indirizzi di eventuali testimoni), stampare e mettere al sicuro i mezzi di prova scritti. Attenzione: le registrazioni di conversazioni e le riprese video effettuate di nascosto sono punibili e non possono essere utilizzate come prova.
Procedura amministrativa ordinaria (ricorso previsto dalla legislazione scolastica)
In caso di decisioni discriminatorie riguardanti l’assegnazione a una scuola o il passaggio al livello scolastico successivo, occorre richiedere una motivazione scritta che può essere impugnata tramite le vie legali ordinarie al fine di ottenere una nuova valutazione. Di norma, non è possibile contestare singoli voti discriminatori mediante un ricorso amministrativo ordinario. Al contrario, una pagella scolastica può essere impugnata se da essa dipende il superamento di un esame (p. es. di maturità), l’ottenimento di un diploma o l’abilitazione necessaria per accedere a un’altra formazione.
La procedura e i rimedi giuridici variano secondo l’autorità, il settore giuridico e l’ente pubblico. I termini e le prescrizioni formali devono essere rispettati. I servizi di consulenza giuridica del Cantone interessato forniscono informazioni in merito.
Un eventuale risarcimento deve essere richiesto mediante un’azione di responsabilità dello Stato.
Ricorso all’autorità di vigilanza
Ogni persona, non solo quella direttamente interessata, può presentare un ricorso all’autorità di vigilanza, ossia di regola l’organo superiore all’organizzazione in questione. Il ricorso non è vincolato ad alcun termine o forma. Contrariamente al ricorso amministrativo, non è necessario che sia stata emessa una decisione. L’autorità di vigilanza non è tenuta a entrare nel merito del ricorso e generalmente lo fa soltanto in caso di reiterate violazioni del diritto. Si può tuttavia presupporre che nel caso di un’autorità sospettata di atti razzisti vi sia un serio interesse pubblico ad accertare i fatti. Il ricorso all’autorità di vigilanza è indicato soprattutto nel caso in cui nessun altro rimedio giuridico abbia buone probabilità di successo e vi siano reiterate violazioni del diritto. Attenzione: il ricorso all’autorità di vigilanza non ha effetto sospensivo su eventuali termini.
Azione di responsabilità dello Stato (responsabilità dello Stato per atti razzisti commessi da enti amministrativi)
Il procedimento per responsabilità va avviato soltanto se si hanno prove concrete di un danno materiale (p. es. non ottenimento di un posto di apprendistato) o immateriale (lesione della personalità). La Confederazione, i Cantoni e i Comuni hanno regolamenti diversi. L’importo di un eventuale risarcimento è commisurato alla gravità della lesione e alla colpa dell’autore e ammonta di regola ad alcune centinaia di franchi al massimo. Maggiori informazioni sulla responsabilità dello Stato (in tedesco).