Modi di procedere e vie legali in caso di rapporto di lavoro di diritto pubblico

Un ex datore di lavoro non può trasmettere informazioni sull’appartenenza etnica, nazionale, regionale o religiosa di un lavoratore senza il suo consenso, altrimenti ne lede la personalità secondo la legge federale sulla protezione dei dati (combinato disposto dell’art. 12 e dell’art. 13 LPD). In base all’art. 15 LPD, le azioni concernenti la protezione della personalità sono rette dall’art. 28 segg. CC. Data la complessità e i possibili costi di una tale procedura, si raccomanda tuttavia di chiarire dapprima la situazione con un giurista.

Approfondimento

Art. 28 CC – Protezione della personalità – Contro lesioni illecite – Principio

1 Chi è illecitamente leso nella sua personalità può, a sua tutela, chiedere l’intervento del giudice contro chiunque partecipi all’offesa.
2 La lesione è illecita quando non è giustificata dal consenso della persona lesa, da un interesse preponderante pubblico o privato, oppure dalla legge.

Commento

L’art. 28 CC protegge le persone fisiche e quelle giuridiche da osservazioni o atti di terzi lesivi della personalità. La nozione di personalità comprende l’insieme dei valori fondamentali individuali di una persona. Ne sono protette sia l’esistenza in quanto tale sia le specificità individuali.

Possono essere lese la personalità fisica, la personalità emozionale o psichica, la personalità sociale (p. es. la sfera privata e l’autodeterminazione informativa), l’onore o la personalità economica.

Una lesione della personalità secondo l’art. 28 CC è data soltanto in presenza di un’offesa di una certa gravità. La lesione della personalità deve inoltre essere illecita (ovvero non giustificata). La lesione non è illecita se, ad esempio, è giustificata dal consenso della persona lesa o da un interesse preponderante pubblico o privato (p. es. l’interesse del pubblico ad essere informato). Occorre quindi chiedersi se sia effettivamente data una lesione della personalità ai sensi della legge e, in caso affermativo, se sussistano motivi che la giustifichino. La colpa del convenuto non è tuttavia presupposta.

È autorizzato a chiedere l’intervento del giudice soltanto chi è direttamente leso nella sua personalità. L’attore può chiedere che la lesione della personalità sia fatta cessare, accertata o proibita (art. 28a cpv. 1 n. 1–3 CC). Può chiedere in particolare la pubblicazione di una rettifica dell’osservazione razzista o eventualmente della sentenza contro il convenuto. Se possibile, la pubblicazione deve raggiungere lo stesso pubblico che ha preso atto dell’osservazione lesiva della personalità dell’interessato. A determinate condizioni, chi è leso nella sua personalità dall’esposizione di fatti ad opera dei media ha il diritto di rispondere con una propria esposizione dei fatti (art. 28g CC).

L’art. 328 CO disciplina la protezione della personalità del lavoratore.

Maggiori informazioni sui delitti contro l’onore(in tedesco).

Raccomandazione generale: è consigliabile raccogliere sin dall’inizio il maggior numero possibile di prove (p. es. corrispondenza, appunti di colloqui e indirizzi di eventuali testimoni), stampare e mettere al sicuro i mezzi di prova scritti. Attenzione: le registrazioni di conversazioni e le riprese video effettuate di nascosto sono punibili e non possono essere utilizzate come prova.

Possibili modi di procedere

Procedura amministrativa

A livello federale, in base all’art. 25 LPD chi ha un interesse degno di protezione può esigere che l’organo federale responsabile, ossia il suo datore di lavoro, non trasmetta dati personali. La procedura è retta dalla legge federale sulla procedura amministrativa (PA). Se l’autorità di diritto pubblico agisce in veste di datore di lavoro privato, secondo le circostanze, è possibile promuovere a livello federale, fondandosi sull’art. 15 LPD, un’azione per la protezione della personalità retta dall’art. 28 segg. CC. Si raccomanda tuttavia di chiarire dapprima la situazione con un giurista.

Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT)

Si può esigere che l’IFPDT accerti una possibile lesione della protezione dei dati da parte di organi federali. Se costata una violazione delle prescrizioni sulla protezione dei dati, l’Incaricato raccomanda all’organo federale interessato di cessare la trasmissione illecita di dati personali. Se non è dato seguito alla sua raccomandazione, l’Incaricato può deferire la pratica al dipartimento competente o alla Cancelleria federale per decisione. L’IFPDT può impugnare la decisione dinanzi al Tribunale amministrativo federale (art. 27 LPD).

Reclamo presso un difensore civico cantonale o comunale

Se possibile, è consigliabile rivolgersi dapprima a un difensore civico. Se vi sono scadenze in corso, è opportuno avviare al contempo il procedimento legale ordinario, poiché il reclamo presso il difensore civico non ha effetto sospensivo sui termini. I difensori civici ricevono i reclami e fungono da mediatori tra la popolazione e l’amministrazione pubblica. L’obiettivo è proteggere le persone da comportamenti arbitrari e scorretti dell’amministrazione e di tutelare l’amministrazione da accuse ingiustificate. Di norma, i reclami possono essere presentati in forma scritta od orale. Il difensore civico verifica se l’amministrazione ha agito in modo inappropriato, prende posizione e cerca una soluzione soddisfacente per entrambe le parti. Ha un ampio potere di accertamento (consultazione degli atti, diritto d’informazione), ma non ha facoltà di impartire istruzioni o di disporre, non può infliggere multe o altre sanzioni, né revocare o modificare decisioni amministrative. Generalmente gode di un’alta considerazione presso le autorità e il suo intervento può produrre effetti anche senza facoltà formali.

Ricorso all’autorità di vigilanza

Ogni persona, non solo quella direttamente interessata, può presentare un ricorso all’autorità di vigilanza, ossia di regola l’organo superiore all’organizzazione in questione. Il ricorso non è vincolato ad alcun termine o forma. Contrariamente al ricorso amministrativo, non è necessario che sia stata emessa una decisione. L’autorità di vigilanza non è tenuta a entrare nel merito del ricorso e generalmente lo fa soltanto in caso di reiterate violazioni del diritto. Si può tuttavia presupporre che nel caso di un’autorità sospettata di atti razzisti vi sia un serio interesse pubblico ad accertare i fatti. Il ricorso all’autorità di vigilanza è indicato soprattutto nel caso in cui nessun altro rimedio giuridico abbia buone probabilità di successo e vi siano reiterate violazioni del diritto. Attenzione: il ricorso all’autorità di vigilanza non ha effetto sospensivo su eventuali termini.

Azione di responsabilità dello Stato (responsabilità dello Stato per atti razzisti commessi da enti amministrativi)

Il procedimento per responsabilità va avviato soltanto se si hanno prove concrete di un danno materiale (p. es. perdita di guadagno perché non è possibile trovare un nuovo posto di lavoro) o immateriale (lesione della personalità). In alcuni casi il datore di lavoro può essere ritenuto responsabile dell’atto razzista. La Confederazione, i Cantoni e i Comuni hanno regolamenti diversi. L’importo di un eventuale risarcimento è commisurato alla gravità della lesione e alla colpa dell’autore e ammonta di regola ad alcune centinaia di franchi al massimo. Maggiori informazioni sulla responsabilità dello Stato (in tedesco).