Parallelamente agli accertamenti giuridici (o basandosi su di essi), nella maggior parte dei casi conviene – nel limite del possibile – cercare il dialogo con le persone e i servizi coinvolti.
Un’istruzione razzista, e quindi illecita, in linea di principio non deve essere eseguita. Si raccomanda tuttavia espressamente di chiarire dapprima la situazione con un difensore civico o un altro servizio di consulenza, poiché si potrebbe rischiare il licenziamento in tronco.
Raccomandazione generale: è consigliabile raccogliere sin dall’inizio il maggior numero possibile di prove (p. es. corrispondenza, appunti di colloqui e indirizzi di eventuali testimoni), stampare e mettere al sicuro i mezzi di prova scritti. Attenzione: le registrazioni di conversazioni e le riprese video effettuate di nascosto sono punibili e non possono essere utilizzate come prova.
Reclamo presso un difensore civico cantonale o comunale
Se possibile, è consigliabile rivolgersi dapprima a un difensore civico. Se vi sono scadenze in corso, è opportuno avviare al contempo il procedimento legale ordinario, poiché il reclamo presso il difensore civico non ha effetto sospensivo sui termini. I difensori civici ricevono i reclami e fungono da mediatori tra la popolazione e l’amministrazione pubblica. L’obiettivo è proteggere le persone da comportamenti arbitrari e scorretti dell’amministrazione e di tutelare l’amministrazione da accuse ingiustificate. Di norma, i reclami possono essere presentati in forma scritta od orale. Il difensore civico verifica se l’amministrazione ha agito in modo inappropriato, prende posizione e cerca una soluzione soddisfacente per entrambe le parti. Ha un ampio potere di accertamento (consultazione degli atti, diritto d’informazione), ma non ha facoltà di impartire istruzioni o di disporre, non può infliggere multe o altre sanzioni, né revocare o modificare decisioni amministrative. Generalmente gode di un’alta considerazione presso le autorità e il suo intervento può produrre effetti anche senza facoltà formali.
Procedura amministrativa ordinaria (opposizione, ricorso, ricorso amministrativo, ricorso di diritto amministrativo)
Per avviare una procedura amministrativa deve essere stata emessa una decisione impugnabile. Se così non è bisogna dapprima ottenerne una (cfr. a livello federale art. 25a PA). La procedura e i rimedi giuridici variano secondo il diritto del personale e l’ente pubblico. I termini e le prescrizioni formali devono essere rispettati. I servizi di consulenza giuridica del Cantone interessato forniscono informazioni in merito.
Nell’istanza si dovrebbero esporre in dettaglio i motivi per cui si contesta all’autorità una discriminazione razziale. In questo modo, secondo la legge sul personale applicabile, è possibile chiedere un risarcimento sotto forma di riparazione morale. Di norma un risarcimento è però richiesto mediante un’azione di responsabilità dello Stato. L’importo è commisurato alla gravità della lesione e alla colpa dell’autore e ammonta di regola ad alcune centinaia di franchi al massimo.
Ricorso all’autorità di vigilanza
Ogni persona, non solo quella direttamente interessata, può presentare un ricorso all’autorità di vigilanza, ossia di regola l’organo superiore all’organizzazione in questione. Il ricorso non è vincolato ad alcun termine o forma. Contrariamente al ricorso amministrativo, non è necessario che sia stata emessa una decisione. L’autorità di vigilanza non è tenuta a entrare nel merito del ricorso e generalmente lo fa soltanto in caso di reiterate violazioni del diritto. Si può tuttavia presupporre che nel caso di un’autorità sospettata di atti razzisti vi sia un serio interesse pubblico ad accertare i fatti. Il ricorso all’autorità di vigilanza è indicato soprattutto nel caso in cui nessun altro rimedio giuridico abbia buone probabilità di successo e vi siano reiterate violazioni del diritto. Attenzione: il ricorso all’autorità di vigilanza non ha effetto sospensivo su eventuali termini.
Azione di responsabilità dello Stato (responsabilità dello Stato per atti razzisti commessi da enti amministrativi)
Il procedimento per responsabilità va avviato soltanto se si hanno prove concrete di un danno materiale (p. es. problemi di salute dovuti all’assegnazione sistematica al turno di notte) o immateriale (lesione della personalità). In alcuni casi il datore di lavoro può essere ritenuto responsabile dell’atto razzista. La Confederazione, i Cantoni e i Comuni hanno regolamenti diversi. L’importo di un eventuale risarcimento è commisurato alla gravità della lesione e alla colpa dell’autore e ammonta di regola ad alcune centinaia di franchi al massimo. Maggiori informazioni sulla responsabilità dello Stato (in tedesco).